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16 novembre 2021

Green pass più breve: le ipotesi

Green pass più breve: le ipotesi

 

 

Le ipotesi per contenere i contagi in vista del Natale: ridurre a 9 mesi la validità del certificato verde e a 24 ore quella dei test rapidi

 

 

Terza dose per tutti, riduzione dei tempi di validità del green pass e revisione delle regole per i tamponi . Di fronte a una curva epidemiologica che continua a salire, il governo studia gli aggiustamenti necessari «per garantire alle imprese e alle attività commerciali di rimanere aperte», come ha più volte sottolineato il premier Mario Draghi.

Purtroppo i numeri confermano che siamo nel pieno della quarta ondata. Ieri in Italia i nuovi contagiati da Covid-19 sono stati 7.569, gli ospedali hanno contato 36 vittime e il numero dei ricoverati in terapia intensiva è salito a 458 pazienti. Alto anche il tasso di positività, arrivato a 1,7. Con l’avvicinarsi dell’inverno e delle festività natalizie, quando sono maggiori le occasioni di socialità al chiuso, il governo si vede costretto a potenziare il sistema di contenimento del virus.

 
 

I numeri, se confrontati con quelli di gran parte d’Europa, dicono che la strategia di puntare sulla campagna vaccinale e la certificazione verde come strumento fondamentale ha funzionato, tanto da essere presa a modello. Ma ora i ministri appaiono compatti nel ritenere che le modifiche siano necessarie, proprio perché il percorso intrapreso ha portato risultati soddisfacenti che non bisogna vanificare. L’ha ribadito anche ieri il ministro della Salute Roberto Speranza, invitando tutti alla prudenza: «La mia raccomandazione è di usare la mascherina il più possibile, perché la situazione delle prossime settimane è insidiosa».

 

 

Terza dose:

 


Dal primo dicembre si parte con i richiami per chi ha più di 40 anni, ma è soltanto una tappa del percorso che mira a far immunizzare tutti con la terza dose. Gli studi dell’Istituto superiore di sanità dimostrano infatti come l’efficacia del vaccino cominci a calare sei mesi dopo la seconda inoculazione, ma rivelano anche che una «copertura» in tre fasi sembra al momento sufficiente per sentirsi al sicuro. Ecco perché — seguendo la linea delle agenzie regolatorie — si punta a coinvolgere tutta la popolazione e a intensificare il pressing su chi finora ha deciso di non vaccinarsi. E qui il ministero della Salute punta sul supporto di medici di famiglia e pediatri, con le «chiamate attive» ai pazienti per convincerli. L’ipotesi più probabile è che l’ampliamento a tutte le fasce di età arrivi a inizio 2022, ma se la quarta ondata farà impennare la curva non si esclude di anticipare.

 

 

Green pass più breve:

 


È proprio il calo dell’efficacia della copertura vaccinale ad aver convinto gli scienziati a suggerire alla politica di valutare una riduzione dei tempi di validità del green pass. Oggi il certificato dura 12 mesi dall’ultima inoculazione, ma è un tempo ritenuto troppo lungo e si pensa di ridurlo almeno a 9 mesi. Una mediazione ritenuta valida dal ministro della Salute, che esclude si possa arrivare a 6 mesi.

 

 

I test antigenici:

 


Gli esperti sono scettici sull’attendibilità del tampone rapido, parlano di numerosi «falsi negativi» e per questo vorrebbero escluderlo come strumento diagnostico per ottenere il green pass. Su questo Speranza invita alla cautela visto che le farmacie ne fanno migliaia al giorno e così si rischierebbe di tagliarle fuori dal sistema di controllo dell’epidemia. L’alternativa allo studio è quella di ridurre la validità del test molecolare da 72 a 48 ore e di quello antigenico da 48 a 24 ore. Una modifica che viene valutata con la massima attenzione, perché molti cittadini che decidono di non vaccinarsi ricorrono al tampone per ottenere il green pass che consente loro di andare al lavoro. D’altro canto accorciare la durata del test rapido potrebbe servire per convincere i dubbiosi a iniziare il percorso di immunizzazione.

 

 

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