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11 febbraio 2023

Energy Release prorogato. Confapi: "Ora il tetto va abbassato"

Energy Release prorogato. Confapi:

 

Il Gse ha deciso di prolungare fino al 28 febbraio il termine per firmare i contratti della energy release.

 

Lo ha comunicato lo stesso Gse in una nota diffusa ieri, precisando che la proroga è disposta a tutela degli operatori interessati, nelle more degli approfondimenti in corso con il ministero della Sicurezza energetica, in merito alle richieste di recesso parziale e di riduzione dei volumi di energia aggiudicati.

 

La energy release per il 2023 mette a disposizione delle imprese considerate prioritarie (clienti industriali interrompibili, Pmi e utenti delle isole) poco più di 16 TWh di elettricità  da rinnovabili nella disponibilità del Gse, a un prezzo fisso, appunto, di 210 euro/MWh.

 

I contratti che le imprese siglano con il Gse sono triennali (fino a dicembre 2025) e prevedono un meccanismo di cessione per differenza a due vie: verrà infatti calcolata, sul 70% dei volumi aggiudicati, la differenza tra il prezzo di allocazione e il prezzo medio mensile sul mercato elettrico.

 

Tuttavia, il valore di 210 euro/MWh, fissato quando i prezzi dell’elettricità all’ingrosso erano sui 3-400 euro/MWh, è ora ben più alto del Pun, che mentre scriviamo è sceso sotto 170 euro/MWh.

 

Quindi il rischio, come sottolineato dalle associazioni industriali, è che le imprese debbano pagare il Gse, anziché ricevere un aiuto.

 

Soddisfatto il Presidente nazionale di Confapi, Cristian Camisa: “Accogliamo positivamente la notizia della proroga del termine fino al 28 febbraio per la stipula contrattuale dell’Energy Release. Come Confapi lo avevamo chiesto con forza viste le esigenze delle aziende che da mesi sono alle prese con rincari energetici folli che ne stanno mettendo a rischio la stessa sopravvivenza. Imprese e aggregatori che hanno aderito all’Energy Release, infatti, si stanno trovando nella condizione di dover trasferire liquidità al GSE invece di riceverla: un vero e proprio paradosso che rende la situazione ancora più difficile a fronte della necessità di essere competitive anche sul piano internazionale. Per questo continuiamo a sostenere la necessità di un abbassamento del tetto della tariffa fissato a 210 MWH non consono alle attuali quotazioni di mercato, oggi pari a 169,19 euro/MWH. A nostro avviso lo strumento ideale è prevedere un prezzo flessibile che segua l’andamento del mercato”.

 

Un plauso arriva anche dal Presidente di Confapi Veneto, William Beozzo: “Un grazie al Presidente emerito della nostra associazione, e onorevole, Maurizio Casasco, che ha lavorato attivamente con il Governo per arrivare a questa proroga che è un primo passo importante e necessario“.

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